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lunedì 24 ottobre 2011

Granada

Gli antichi costruirono Valdrada sulle rive di un lago con case tutte verande una sopra l'altra e vie alte che affacciano sull'acqua i parapetti a balaustra. Così il viaggiatore vede arrivando due città: una diritta sopra il lago e una riflessa capovolta. Non esiste o avviene cosa nell'una Valdrada che l'altra Valdrada non ripeta, perché la città fu costruita in modo che ogni suo punto fosse riflesso dal suo specchio, e la Valdrada giù nell'acqua contiene non solo tutte le scanalature e gli sbalzi delle facciate che s'elevano sopra il lago ma anche l'interno delle stanze con i soffitti e i pavimenti, la prospettiva dei corridoi, gli specchi degli armadi.
Gli abitanti di Valdrada sanno che tutti i loro atti sono insieme quell'atto e la sua immagine speculare, cui appartiene la speciale dignità delle immagini, e questa loro coscienza vieta di abbandonarsi per un solo istante al caso e all'oblio. Anche quando gli amanti danno volta ai corpi nudi pelle contro pelle cercando come mettersi per prendere l'uno dall'altro più piacere, anche quando gli assassini spingono il coltello nelle vene nere del collo e più sangue grumoso trabocca più affondano la lama che scivola tra i tendini, non è tanto il loro accoppiarsi o trucidarsi che importa quanto l'accoppiarsi o trucidarsi delle loro immagini limpide e fredde nello specchio.
Lo specchio ora accresce il valore alle cose, ora lo nega. Non tutto quel che sembra valere sopra lo specchio resiste se specchiato. Le due città gemelle non sono uguali, perché nulla di ciò che esiste o avviene a Valdrada è simmetrico: a ogni viso e gesto rispondono dallo specchio un viso o gesto inverso punto per punto. Le due Valdrade vivono l'una per l'altra, guardandosi negli occhi di continuo, ma non si amano. (Calvino - Le città invisibili)




sabato 1 ottobre 2011

Sopra tutto quello che alle due di notte può venirti in mente.

Avevo scritto. Poi non mi piaceva. Aveva un sapore tiepido. Quella temperatura che non serve a niente. Come fai a bere un tè tiepido? O è freddo o è caldo. Cos'è, tiepido?
La verità è che per ora è tutto un po' tiepido. 
Avrei bisogno di una birra ghiacciata sul bancone di un bar. O di un tè caldo su un tavolino per due. Qualcosa che non sia tiepido, ecco.

Madrid è la città che non dorme mai. Dopo un mese scopri che però tu, almeno un po', devi dormire.


Oggi ho letto che Benjamin non arrivò a scrivere neanche un libro. Lui prendeva appunti, aveva idee geniali, ma poi niente, non gli riusciva di mettere in piedi uno schema ordinato. 
Ecco io non voglio non avere uno schema. Però ho un debole per "tutteledirezioni". E' più forte di me. E mi sembra sempre che si possa avere un po' di più prima di convincersi che è ora di sistemare le cose in modo stabile. Di costruire un'impalcatura. Mi sembra sempre che non sappia abbastanza, che ci sia ancora tanto da vedere. Che c'è quell'angolo che non ho fotografato e magari se torno al tramonto e incontro una ragazza con l lentiggini...


Ho letto anche che i fiumi fanno un percorso 3,14 volte la loro lunghezza per arrivare a valle. 3,14 senza errori. Non so se sia vero. Stanotte mi piace pensare di sì. E che io sia un fiume. E che abbia davanti "tutteledirezioni".


Ho letto, infine, che Benjamin, tra i suoi appunti, scrisse anche qualcosa su Topolino. Tra tutti gli argomenti ALTI di cui aveva parlato, per un attimo, scrisse di Mickey Mouse: avrebbe potuto benissimo risparmiarsi una riflessione su Topolino, eppure la fece. Proprio come me, questa notte in cui mi ero ripromesso di andare a letto presto. Avrei potuto...ma perché no?


"Quando girando per un paese sconosciuto trovate il cartello che indica 
<<Tutte le direzioni>>, 
vi sembra di non meritarvelo o siete presi da leggera euforia?"


Ho bisogno di un tè caldo. "Quieres ir a tomar algo, mañana por la tarde?"